Michele Merlo ci ha lasciati lo scorso 6 giugno 2021, ma pare che il giovane cantante di Amici avrebbe potuto salvarsi se fosse stato visitato con maggiore attenzione dal suo medico di fiducia.
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E’ quello che emerge dalla superperizia disposta dal gip di Vicenza sull’inchiesta per omicidio colposo, che vede indagato il medico di base Pantaleo Vitaliano.
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L’artista è morto di leucemia fulminante all’ospedale di Bologna e, qualche tempo prima (precisamente il 26 maggio), si era rivolto al suo dottore in cerca di una diagrosi risolutiva dopo aver sofferto di pesanti emicranie e mostrato un ematoma sulla coscia. Il medico aveva rispedito a casa Michele consigliandogli una benda allo zinco da tenere per circa 5 giorni. E, invece, quel livido enorme rappresentava uno dei primi segnali della leucemia che aveva colpito Michele. Il medico di base non fu l’unico specialista non riconoscere la malattia.
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Vitagliano non fu l’unico a sottovalutare la situazione, infatti Mike si era presentato in pronto soccorso anche il 2 giugno, ma anche in questo caso il personale dell’ambulatorio di Continuità assistenziale di Vergato aveva liquidato il tutto parlando di semplice tonsillite.
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A distanza di oltre un anno, Secondo i periti di Bologna e la famiglia di Michele Merlo, se Vitaliano avesse preso in considerazione in modo differente l’ematoma e consigliato di effettuare le analisi del sangue si sarebbe scoperta la leucemia. Scendendo nel dettaglio: “Qualora la terapia corretta fosse stata somministrata a partire dal 27-28 maggio (…) avrebbe avuto una probabilità di sopravvivenza compresa tra il 79 e l’87 per cento”… In poche parole, Michele Merlo si sarebbe potuto salvare…Commenti?
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